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RIABILITAZIONE
NEUROPSICOLOGICA
E TNP
Aspetti
Teorici E Pragmatici
Di
Mario Tonetta
PRESENTAZIONE
A cura
del Prof. Giuseppe Sartori - Docente di Neuropsicologia Clinica –
Università di Padova.
La
riabilitazione neuropsicologica é una delle branche che la scienza ha
cominciato ad affrontare solo in tempi recenti. Sconosciuta fino a
qualche decennio fa, ha cominciato a fare i suoi primi passi
all’interno della riabilitazione del paziente afasico per poi
affrontare via via tutti gli aspetti cognitivi, attenzione, memoria,
esplorazione dello spazio e così via. E’ stato un processo lento che
ha dovuto superare una caratteristica comune a moltissime branche della
scienza: la discrepanza fra le conoscenze teoriche e la capacità di
applicarle praticamente. Un’altra difficoltà, non ancora peraltro
superata, veniva dallo scarso numero di lavori sulle tecniche
cognitivo-riabilitative e dalla contraddittorietà dei risultati.
Esistono tre filoni teorico-pratici alla base dell’intervento
riabilitativo dei deficit neuropsicologici:
a. il primo filone dichiara
che gli studi fatti in tale campo non provino la possibilità di
recupero e propone di affrontare la riabilitazione dei processi
cognitivi tramite stimolazioni aspecifiche;
b. il secondo invece parte
da posizioni del tutto opposte e suggerisce che il recupero debba
passare necessariamente da una stimolazione specifica del disturbo;
c.
il terzo filone si pone come intermediario tra i primi due e suggerisce
che il riacquistare delle abilità cognitive sia possibile sfruttando le
capacità plastico riadattive di un sistema modulare; ciò significa che
non affronta il disturbo specifico ma propone di superare le difficoltà
e gli effetti inibitori derivanti da «un modulo entrato in
cortocircuito» stimolando le abilità residue, «i moduli sani», il
cui riassetto porterà alla maggiore autonomia possibile.
L’autore
dichiara apertamente la sua fede in quest’ultimo ed il principio
metodologico a cui si riferisce si basa sulla concezione che nei deficit
acquisiti con lesione massiva a livello corticale, o senza recupero
spontaneo, é spesso improponibile un programma basato sul ripristino
delle funzioni perse. Ciò cui dobbiamo tendere é mantenere e
potenziare quello che di buono c'é ancora, sfruttando le capacità
plastico-adattive del sistema modulare, e proponendo un vissuto meno
competitivo. Peraltro i moduli descritti nella quarta parte del testo
sono immediatamente utilizzabili qualsiasi modulo teorico di riferimento
si abbracci.
Il volume é articolato in quattro parti.
1. Una parte
teorica che pur ponendo in primo piano il primo motore della cognizione
umana, l’attenzione, propone un breve escursus sulle principali
funzioni corticali superiori.
2. La seconda parte affronta invece gli
aspetti affettivi legati necessariamente al trauma del disordine
cognitivo; é un aspetto spesso e volutamente dimenticato delle opere
che si occupano di neuropsicologia. Uno dei meriti dell’autore, che
deriva dal suo essere e sentirsi prima di tutto uno psicologo, é quella
di indicare come la riabilitazione del paziente con deficit cognitivi
non possa essere disgiunta da una particolare attenzione alle
conflittualità esistenziali in senso ontologico che lacerano un’autoimmagine
che necessariamente deve riadattarsi.
3. La terza parte affronta
distintamente il trattamento neuropsicologico soprattutto tramite
software e presenta il TNP, un programma studiato per il trattamento
plurisettoriale dei disturbi cognitivi
4. La quarta parte consiste nel
manuale del TNP. é forse per tale software, frutto di un’esperienza
ventennale, che dobbiamo fare un plauso all’autore. Propone infatti
che il terapeuta non possa essere un semplice propositore di esercizi
precostituiti e non modificabili. Deve essere invece il depositario e
nello stesso tempo il coautore del piano di trattamento neuropsicologico.
La particolarità forse più importante del programma, e che forse lo
rende veramente unico, é infatti la sua flessibilità.
L’organizzazione su modelli aperti rende possibile al terapeuta di
modificare ed adattare gli esercizi proposti e di costruirne di nuovi
rispondendo così alle singole, spesso sperimentali, esigenze del
paziente.
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